Lo rileva l'European Journalism Center: il 22% degli internauti hanno cancellato l'abbonamento ai giornali a stampa perchè possono trovare lo stesso prodotto online. D'altra parte, il 61% degli utenti di internet che leggono i giornali cartacei ne sentirebbero la mancanza se questi scomparissero (l'anno scorso erano il 56%).
In generale, e in particolare per il nostro paese, è molto difficile prospettare una prossima futura scomparsa delle versioni cartacee: se tutti possono leggere un giornale, la possibilità di usufruire dei giornali online è vincolata dalla capacità di connessione e quindi dall'accessibilità al computer. L'Istat, nell'indagine sul 2008 che riguarda "cittadini e nuove tecnologie" afferma che gli italiani sono sempre più tecnologici, ma restiamo comunque ultimi nell'Unione Europea (strano...).
Le famiglie costituite da sole persone di 65 anni e oltre continuano ad essere escluse dal possesso di beni tecnologici: appena il 7,1% possiede il pc e soltanto il 5,5% ha accesso a Internet. All'opposto, le famiglie con almeno un minorenne, che possiedono il pc e l'accesso rispettivamente nel 74,3% e nel 60,9% dei casi. Nelle famiglie con capofamiglia dirigente, imprenditore o libero professionista sono molto diffusi sia il pc (83,1%) che l'accesso a Internet (72,8%). Le famiglie più svantaggiate sono quelle con capofamiglia operaio o non occupato. C'è anche una discreta quota di famiglie che non ha ancora fatto i conti con il web: il 49,9% delle famiglie non possiede un pc e il 58% non accede ad Internet da casa. Tra i motivi per cui non si naviga, le famiglie indicano la mancanza di capacità di connessione e che navigare è considerato inutile.
Il 39,9% dichiara che il tempo dedicato alla lettura di news online ha sostituito molto o in parte il tempo dedicato a sfogliare i giornali, riviste e simili.
Appare chiaro che, prima di profetizzare la scomparsa della carta stampata, bisognerà aspettare che si colmi il divario tra la popolazione connessa e quella che ancora non la è. Ma anche quand'esso venisse superato, riuscite veramente ad immaginarvi un mondo senza giornali? E soprattutto, sarebbe una conquista vantaggiosa o un'irrimediabile perdita?
In generale, e in particolare per il nostro paese, è molto difficile prospettare una prossima futura scomparsa delle versioni cartacee: se tutti possono leggere un giornale, la possibilità di usufruire dei giornali online è vincolata dalla capacità di connessione e quindi dall'accessibilità al computer. L'Istat, nell'indagine sul 2008 che riguarda "cittadini e nuove tecnologie" afferma che gli italiani sono sempre più tecnologici, ma restiamo comunque ultimi nell'Unione Europea (strano...).
Le famiglie costituite da sole persone di 65 anni e oltre continuano ad essere escluse dal possesso di beni tecnologici: appena il 7,1% possiede il pc e soltanto il 5,5% ha accesso a Internet. All'opposto, le famiglie con almeno un minorenne, che possiedono il pc e l'accesso rispettivamente nel 74,3% e nel 60,9% dei casi. Nelle famiglie con capofamiglia dirigente, imprenditore o libero professionista sono molto diffusi sia il pc (83,1%) che l'accesso a Internet (72,8%). Le famiglie più svantaggiate sono quelle con capofamiglia operaio o non occupato. C'è anche una discreta quota di famiglie che non ha ancora fatto i conti con il web: il 49,9% delle famiglie non possiede un pc e il 58% non accede ad Internet da casa. Tra i motivi per cui non si naviga, le famiglie indicano la mancanza di capacità di connessione e che navigare è considerato inutile.
Il 39,9% dichiara che il tempo dedicato alla lettura di news online ha sostituito molto o in parte il tempo dedicato a sfogliare i giornali, riviste e simili.
Appare chiaro che, prima di profetizzare la scomparsa della carta stampata, bisognerà aspettare che si colmi il divario tra la popolazione connessa e quella che ancora non la è. Ma anche quand'esso venisse superato, riuscite veramente ad immaginarvi un mondo senza giornali? E soprattutto, sarebbe una conquista vantaggiosa o un'irrimediabile perdita?
Penso che i giornali continueranno ad esistere fino a quando internet non riuscirà a coniugare qualità e democraticità(sempre che ciò sia possibile). In un tuo post precedente parlavi dell'iniziativa su Myspace, dove chiunque potrà inventarsi reporter pur non avendone la professionalità e la preparazione, con una ricaduta negativa sulla qualità dei prodotti. Non penso possa uscire da questo tipo di canali un'informazione credibile e competitiva rispetto a quella dei canali tradizionali.
RispondiEliminaCondivido la prima affermazione di Vicente: quando si unirà qualità e democraticità se ne potrà parlare. Anche se il potere arriverà anche lì, prima o poi, a occultare e condizionare le notizie.
RispondiEliminaTornando invece al post,credo che i dati che hai fornito sono abbastanza chiari: almeno in Italia il valore per la comunità e la storia dei giornali cartacei fanno la differenza. Personalmente, credo che più varietà di informazione ci sia (internet, quotdiani, settimanali, radio...) meglio per la qualità dell'informazione.