sabato 9 maggio 2009

Giornali on line: La Repubblica

Nel corso dell'ultima lezione abbiamo scoperto che La Repubblica è seguita dalla maggioranza di noi come primo quotidiano on line. Perchè? I motivi sono diversi: dalla semplice abitudine (in famiglia si legge la versione cartacea da sempre) al fatto che è più veloce negli aggiornamenti rispetto al Corriere, oppure perchè è più vicino alla propria parte politica.

La Repubblica è una delle testate on line ad avere una maggiore integrazione di animazione pubblicitaria rispetto ai contenuti sui giornali on line italiani. La versione on line è praticamente la trasposizione del giornale cartaceo. La vita delle redazioni (dei giornali in generale) è simile sia dal punto di vista di quelle web che di quelle cartacee. Ci sono momenti in cui non c'è frenesia di aggiornamento, legati ai picchi di fruizione di Internet: solitamente durante la pausa pranzo e dopo le 18. La costruzione giornalistica non è tale da rendere incalzante il ritmo della scrittura. Nonostante tutto, il sito ha una sua creatività ed un suo dinamismo molto forte rispetto a quello che è il tradizionale aspetto della prima pagina cartacea. La scelta dell'home page, rispetto anche solo ad un anno fa, è quella di fare in modo che la prima pagina, almeno nella sua parte superiore, sia priva di pubblicità. Si adotta quindi un atteggiamento se vogliamo più "subdolo" ma quantomeno più rispettoso nei confronti del navigatore: la pubblicità non si vede subito, ma si apre quando c'è un pop up, oppure è collocata prima della visione di un video, etc. Rispetto al passato la differenza è comunque notevole: in principio la pubblicità era invasiva, popco elegante, frammista ai testi. La scelta di un cambiamento è stata obbligata ma anche dettata da due ragioni: all'estero si inizia a gestire la pubblicità sul web in modo diverso e la pubblicità tradizionale non paga più. E' comunque presente nell'home page, nella seconda parte, e non sempre autodenunciata come tale: ad esempio alcune parti sono considerate come annunci ma sono pubblicitarie, lo stesso vale per parti considerate servizi ma che sono comunque brandizzate. Anche alcuni speciali portano ad una collaborazione pubblicitaria. In ogni caso, non sarà mai lasciato uno spazio bianco nella pagina, tutto lo spazio disponibile viene utilizzato, un po' per ragioni commerciali e un po' per mettere delle chiavi di lettura e di accesso in modo che il sito venga conteggiato nelle ricerche dei motori. Esistono inoltre dei sistemi di aggregatori di pubblicità legati al contenuto dell'articolo (cross marketing).
L'home page è estremamente lunga, ha uno scrolling molto ampio. Contiene tutto ciò di cui ci potrebbe essere bisogno: notizie, rubriche, spazi di interazione, informazioni di servizio, la parte multimediale. E' una costruzione abbastanza tradizionale: la parte importante è sulla sinistra, la parte con le rubriche e la colonna di contro - menu viene alternata. Viene considerata talmente preponderante la parte sinistra che il resto diventa comunque qualcosa su cui si andrà a perdere del tempo volontariamente.

Altre caratteristiche evidenti sono il molto spazio e il molto colore. I giornali cartacei subiscono la limitazione di poter scegliere, nell'ambito di un articolo, una solo fotografia, mentre nel giornale on line si possono creare le gallerie fotografiche. La fotografia sul web è di grande impatto, permette di entrare maggiormente nella notizia. Le foto sono molto viste e a volte più dei video stessi. Questo strumento ha quindi un grande vantaggio ma anche un grande limite: la delega alle immagini (e al video) dà quasi una sorta di alibi al giornalista per non dover lavorare troppo sul testo. Il problema che abbiamo qui in Italia è che non si scrive per il web: per quello si scrivono solo dei sommari e poi si inseriscono le notizie dal cartaceo. Non c'è insomma una richiesta di giornalismo prettamente on line. Difficilmente in un quotidiano on line si trova un testo autonomo nuovo, si inseriscono solo le agenzie. Le redazioni on line sono formate dal 10% (volendo stare abbondanti) dei giornalisti della redazione cartacea. Ma non è così ovunque: in altre parti del mondo infatti il web journalism è anche un giornalismo d'inchiesta, che viene riportato esclusivamente sul web. Non è la stessa cosa scrivere sul web e sul cartaceo. Perchè? E' evidente che l'informazione on line ha alcune peculiarità, legate alle caratteristiche del mezzo Internet, che la rendono profondamente diversa da quella dei media tradizionali. E la prima peculiarità evidente è la rapidità. Il rischio è che la tecnologia condizioni il nostro modo di scrivere. Osservando l'home page di La Repubblica possiamo notare che non c'è testo ma solo titoli; il testo più lungo è di quattro righe. Qui non è esatto parlare di giornale on line, perchè è più un aggregato di notizie di agenzie, di foto, di news, di commenti, di editoriali e di possibilità, grazie all'interazione, di commentare (un'innovazione presa un po' troppo alla lettera: per ogni notizia ci sono centinaia di commenti che finiscono per essere commenti ad altri commenti, come una sorta di forum, e non commenti alla notizia).

La differenza tra il web ed il cartaceo investe ovviamente anche la professione del giornalista: i contratti di lavoro sono diversi. Il giornalista della carta stampata ha più potere, guadagna di più e in genere non si "abbassa" a scrivere sul giornale on line. Difficilmente troviamo dei pezzi firmati, e comunque non dal giornalista noto della testata. Nel corso della giornata, difficilmente si trovano degli aggiornamenti di una notizia, ci sono solo rielaborazioni delle notizie di agenzia, per questo non ci sono testi lunghi. Anche se, per esempio, un inviato ha scritto un pezzo uscito al mattino ed è ancora sul posto, non scrive un aggiornamento on line durante il giorno. Questo non rientra, purtroppo non ancora, nella mentalità del giornalismo nostrano che tratta ancora la versione on line con superficialità, come un elemento accessorio alla carta stampata.

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