sabato 16 maggio 2009

Giornali internazionali, solo on line, europei e informazione locale

Nella lezione di venerdì abbiamo toccato diversi argomenti: i giornali internazionali on line, i giornali solo on line, la questione del copyright, i giornali europei e l'informazione locale.

Partiamo dagli Stati Uniti. Il sito del New York Times (http://www.nytimes.com/) è costruito esattamente come un giornale cartaceo: molto semplice ma estremamente chiaro. E' evidente come dia un valore ai testi che i giornali italiani non danno. La colonna del menu è stretta e ridotta per dare spazio a una sorta di foglio di giornale. La costruzione del sito si potrebbe definire a sfoglio: ogni volta che si gira virtualmente pagina, si approfondisce, come se ogni argomento fosse un giornale a sè. Questo genere di costruzione di trova anche nei siti dei grandi network e delle agenzia di stampa. Nell'home page troviamo dunque un'immagine centrale, un contorno di notizie e la possibilità di approfondire. Prendendo come esempio la seconda notizia proposta ieri nell'home page del NYT, abbiamo potuto notare quanto rigore ci sia nella preparazione della notizia stessa e della sua corretta fruizione, una qualità che non troviamo nei giornali italiani on line. Inserire link ipertestuali all'interno del testo della notizia è la prassi assoluta nel sistema anglosassone. La pagina in cui si trova la notizia diventa una sorta di database interno che fornisce le notizie correlate e la storia del personaggio (nel caso dell'articolo analizzato, Obama). Quindi interattività e la possibilità di "saperne di più" vengono fornite all'utente per evitare che quest'ultimo esca dal sito per cercare un'informazione altrove. In questo senso, il sito del NYT è una vera trappola da cui difficilmente si esce prima di aver soddisfatto il bisogno informativo. Il NYT inoltre ha una redazione unica (per il cartaceo e per il web) così che il valore della scrittura on line aumenta perchè al sito collaborano anche le grandi firme della testata. Le notizie sono divise tra quelle più lette, più spedite, più bloggate: è una raffinazione della classifica italiana delle notizie più lette. Altra differenza dal sistema applicato nel nostro paese: non c'è la necessità di forzare la notizia per trattenere il lettore sulle proprie pagine.

La CNN, emittente televisiva statunitense all-news, (http://www.cnn.com/) ha un sito più moderno rispetto al NYT, ma anche qui, all'interno della notizia, vale lo stesso ragionamento di prima sull'approfondimento e il database interno. Dando uno sguardo anche alle agenzie di stampa, Associated Press e Reuters (di cui ho parlato in un precedente post), ci si rende conto della diversità di approccio all'informazione rispetto all'Italia e, più in generale, all'Europa. La banda larga, le connessioni più facili, la possibilità di accesso, l'abitudine, la grande capacità di confronto tra varie realtà (blog, radio, emittenti tv) portano all'aumento della necessità di approfondimento dell'utente per potersi differenziare nell'offerta. In Italia, l'80% del mercato delle news on line è invece diviso tra due testate principali e due agenzie di stampa.

Passando ai giornali solo on line, il più letto risulta essere l'Huffington Post (http://www.huffingtonpost.com/), nato nel 2005 come blog. Del blog infatti mantiene l'impostazione: propone una graduatoria di notizie con i rispettivi commenti. Molto veloce, decisamente immediato nei testi, il giornale fondato da Arianna Huffington è riuscito a catturare e trattenere, accumulare, l'attenzione di tantissimi lettori. Ogni blogger ha un suo mini-sito all'interno del sito dell'Huffington, che diventa come un contenitore. I costi sono relativamente nulli mentre può vantare molta pubblicità. In Italia abbiamo una specie di equivalente dell'Huffington Post, simile come logica: Dagospia (http://www.dagospia.com/). Qui, invece di Arianna Huffington (che frequenta i buoni salotti di Washington e New York), abbiamo il giornalista Roberto D'Agostino, che offre un contenuto generalista e si occupa di retroscena. La grande differenza è che su Dagospia la notizia non è commentabile, quindi non si può parlare di blog, e il testo è un mero copia ed incolla.

Sull'argomento del copyright/copyleft tornerò più avanti in un apposito post, vista la complessità del tema. Concludo rapidamente con un paio di annotazioni:
- parlando dei giornali europei abbiamo appreso come in tutti i paesi, tranne l'Italia, le parole d'ordine siano: navigabilità, accessibilità, usabilità. Fissiamocele bene. I siti visitati hanno più o meno tutti le stesse caratteristiche, e soprattutto si differenziano dal modello americano per la mancanza dell'ipertestualità. Un caso a parte però è il Guardian (di cui ho già parlato in precedenza, quando si è aggiudicato il webby come miglior quotidiano on line): l'home page è essenziale e ricorda molto Cnn e Reuters. Ha pochissime immagini, per dare una valorizzazione ulteriore alle inserzioni pubblicitarie. Come il NYT, il testo delle notizie contine link ipertestuali per offrire maggior approfondimento e arginare la fuga dalla pagina in cerca di informazioni da parte dell'utente. Infine abbiamo visto che, accanto alle classiche possibilità di stampare l'articolo e di inviarlo via mail, si aggiungono quelle di condividerlo (share), di aggiungerlo ai propri "clippings file" e di contattare la redazione (per segnalare errori o per qualsiasi altro tipo di necessità).
- dell'informazione locale ho già parlato quando ho illustrato le possibilità di leggere le notizie per quanto riguarda la mia città. A lezione si è parlato di come non esiste una dimensione di Internet: tutto è relativo da un punto di vista di area, distanza e tempo. Ogni realtà (area) e ogni notizia, in qualsiasi momento, rappresenta un motivo di interesse per qualcuno. Grandi portali, come quello del Corriere o della Repubblica, creano, dove hanno la presenza delle proprie testate cartacee, anche la versione on line (fa eccezione proprio la versione locale della Repubblica per Parma, dove non esiste il corrispettivo in cartaceo). Il fatto che i siti italiani siano molto orizzontali li porta a confondere i siti dei quotidiani locali con quelli dei quotidiani nazionali. Questo si traduce però in un vantaggio: potersi permettere di offrire una serie di servizi leggeri, come parte di un'agenda molto strutturata, che consente di fornire tutte le informazioni di servizio.

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