lunedì 22 giugno 2009

Info di servizio

Informazione di servizio: chi ha Sky , stasera ha la possibilità di guardarsi Citizen Berlusconi - Il presidente e la stampa, il discusso documentario scritto da Andrea Cairola e Susan Gray (su Current Tv, canale 130, alle 21.20). Mandato in onda negli Stati Uniti per la prima volta nel 2003 (sì, è un po' datato ma vale comunque la pena guardarlo) e da noi in Italia... mai.

Ci si vede tra un paio d'ore all'esame, in bocca al lupo a tutti i miei colleghi blogger!

domenica 21 giugno 2009

Contro il ddl Alfano

Oggi niente post, ma vignetta

venerdì 19 giugno 2009

Cecenia: una dittatura da repubblica delle banane

Majnat Abdulaeva ha rilasciato un'intervista, la settimana scorsa, all'Osservatorio Caucaso in cui parla del caso Politkovskaja, della difficile situazione del Caucaso settentrionale e di come concretamente la società civile occidentale può essere d'aiuto.

La giornalista è stata per anni corrispondente da Grozny, per Novaja Gazeta (il giornale per cui scriveva Anna Politkovskaja) e per Radio Free Europe/Radio Liberty. In seguito a ripetute ed esplicite minacce, nel 2004 ha abbandonato la Cecenia grazie all'aiuto di un'organizzazione tedesca e da allora risiede in Germania, continuando a lavorare come giornalista. Majnat ha recentemente raccontato la sua storia in un incontro con PeaceReport.

"Sin dall'inizio è stato lampante il fatto che il processo per l'uccisione di Anna Politkovskaja" concluso con la piena assoluzione degli imputati, era stato concepito "come una farsa per dimostrare al mondo, e, in primo luogo all'Occidente, ai politici e ai giornalisti occidentali, che le autorità russe avrebbero fatto di tutto per trovare il mandante e l'esecutore dell'omicidio".

A proposito degli imputati prosciolti, Majnat afferma che "è stato un bene che non li abbiano condannati, che non siano diventati dei capri espiatori solo perchè si potesse dire all'Occidente "Ecco abbiamo preso i colpevoli!". Sono assolutamente sicura che sotto l'attuale potere della Federazione Russa non sapremo mai i nomi del mandante e dell'esecutore, non verranno mai chiamati alla barra a rispondere. Al momento non è opportuno, non è vantaggioso per le autorità russe, far sapere chi è il mandante dell'omicidio, e finché ci sarà al potere l'attuale regime, la verità sull'omicidio di Anna Politkovskaja sarà tenuta nascosta. Fra venti, forse trenta anni, sapremo chi l'ha ordinato, perchè e a chi è stato fatto un regalo il giorno del compleanno di Putin. Ma non adesso...".

Alla domanda sull'attuale situazione in Cecenia, Majnat descrive "una dittatura della repubblica delle banane, una dittatura fondata sulla paura e sulla violenza, dove tutto dipende da un tiranno. Non esiste libertà di stampa, non può esistere libertà di espressione e opinione, qualsiasi parola pronunciata incautamente può condurre alle torture, all'arresto".

E il contributo da dare a livello di società civile (visto che quello a livello politico è stato deludente)? Secondo Majnat, la società civile occidentale può aiutare in molti modi "a partire dal semplice interesse e desiderio di informarsi che va al di là di quello che succede sotto il tuo naso. Il non essere indifferenti è il primo passo. Anche da un punto di vista pratico si può fare moltissimo. Invitare i giovani, gli studenti, dare loro la possibilità di studiare in Europa, di vedere come le persone vivono, studiano e lavorano in una società democratica. (...) E' fondamentale che i nostri giovani, che vivono oggi in un'atmosfera di dittatura, abbiano la possibilità di venire qui e studiare da vicino l'esperienza della democrazia, e la vita della società democratica, per poi tornare in Cecenia con questo bagaglio. Chi ha visto anche una sola volta come si vive e si lavora in un paese democratico ne rimane colpito, come infettato da un virus di cui diventa portatore sano, conserverà per sempre dentro di sé il rispetto per i valori democratici, per i diritti umani. Poi queste persone, con tale esperienza, ritornano in Russia, in Cecenia, in Caucaso... per cui invitate i nostri studenti a venire qui, date loro una chance!".

giovedì 18 giugno 2009

Il caso "Night Jack"

Lo stop ai blog anonimi arriva da Londra e a finire nei guai è un poliziotto-blogger. Il creatore del blog "Night Jack", vincitore del premio Orwell, per mesi ha appassionato i lettori inglesi raccontando le sue avventure-disavventure sul posto di lavoro, gli inseguimenti e i turni di notte, descrivendo le zone suburbane inglesi come una realtà povera e degradata.

I problemi sono cominciati quando un giornalista del Times ha scoperto la vera identità del blogger: si tratta di Richard Horton, poliziotto del Lancashire, che ha tentato di ottenere un'ingiunzione del tribunale per impedire che il suo nome venisse diffuso sulla stampa. La Corte Suprema britannica però ha detto no, affermando che, se un blogger decide di rimanere anonimo, ciò non vuol dire che ne abbia sempre diritto e che un giornale non possa svelarne l'identità.

La necessità di rivelare le generalità dello scrittore risponde in questo caso anche al diritto dei cittadini di conoscere l'identità di chi critica pubblicamente l'attività della polizia. Il problema è nato soprattutto da questo. Il blogger non si limitava a raccontare la sua esperienza ma criticava l'operato degli agenti, arrivano a consigliare a chi si trovava sotto inchiesta di "sporgere lamentele sul comportamento di ogni poliziotto e di non mostrare alcun rispetto per il sistema giudiziario e le persone che vi lavorano". Affermazioni piuttosto pesanti, specialmente dal momento che vengono da una persona che lavora dentro l'ambiente, ma che, proprio per questo motivo, probabilmente era a conoscenza di episodi che meritavano un commento del genere. Ad ogni modo, qualunque fossero le motivazioni che hanno suscitato le critiche del poliziotto inglese, il blog ora è chiuso.

sabato 13 giugno 2009

Ddl Alfano: un mostro che azzoppa i giornalisti

Il 10 giugno, pochi giorni fa, la Camera ha approvato la fiducia al governo sul ddl Alfano per limitare le intercettazioni. Il risultato della votazione ha scatenato un putiferio di polemiche e critiche, a ragion veduta aggiungerei. Il punto dello scontro riguarda l'evidente contrasto delle norme con l'art. 21 della Costituzione che sancisce la libertà di stampa. Il ddl prevede pene per i giornalisti che si rendano colpevoli di qualsiasi violazione dei pesanti divieti previsti. In pratica, con il divieto di diffondere informazioni su qualsiasi scandalo fino alla conclusione del processo (che qui in Italia di solito dura poco...), la cronaca giudiziaria, ripristinata dopo il ventennio fascista, non esisterà più. Qualcuno amaramente osserva che "lo scandalo delle feste in Sardegna ha accelerato il bisogno della maggioranza berlusconiana di chiudere la partita con i giornalisti e i magistrati e togliere dall'ordine del giorno quello che rimane del dibattito dell'opinione pubblica sugli scandali di un capo del governo che ci fa essere lo zimbello dell'Europa unita".

L'Associazione Nazionale Magistrati ha prodotto un documento intitolato "la morte della giustizia penale in Italia", perchè "le norme sulle intercettazioni impediranno alle forze di polizia e alla magistratura di individuare i responsabili di reati gravissimi... Si tratta di una proposta che non introduce le riforme necessarie ad assicurare l'efficienza del processo, ma addirittura inserisce nuovi, inutili formalismi, che determineranno un ulteriore allungamento dei tempi del processo. La conseguente non ragionevole durata di troppi processi si traduce di fatto nella negazione dei diritti fondamentali e in nuove forme di giustizia privata".

Vera Lamonica, segretaria confederale Cigl, parla di un "vero e proprio regalo alle mafie e all'illegalità". Lorenzo del Boca e Enzo Iacopino, presidente e segretario del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, hanno definito il disegno legge un "mostro che azzoppa i giornalisti". Il guidizio del segretario Fnsi (Federazione Nazionale Stampa Italiana), Franco Siddi, è che questo voto "è una bruttissima notizia per l'Italia, per l'informazione, per la sua autonomia violentemente incise da un muro di divieti allo scopo di impedire la pubblicazione di notizie che contano per la salute civica". La Fnsi, unitamente con la Fieg (Federazione Italiana Editori Giornali), ha stilato un appello, "dovere d'informare - diritto di sapere", al Parlamento, a tutte le forze politiche e all'opinione pubblica.

Con le citazioni di pareri autorevoli potrei riempire una ventina di post (tranquilli, non lo farò), ma non credo ci sia bisogno di farci convincere da figure competenti del fatto che ci sia qualcosa di profondamente sbagliato in quello che sta succedendo. Di Pietro ha affermato che "servono le piazze, i cittadini, la disubbidienza civile". Si stanno organizzando petizioni e manifestazioni, in molti si stanno muovendo. In particolare, l'associazione Art. 21, attraverso il suo sito, chiederà a tutte le forze politiche e associative di promuovere, in occasione della discussione al Senato (dove passerà il testo approvato dalla Camera) una manifestazione nazionale dedicata alla tutela dei valori costituzionali. Sarebbe bello credere che "le piazze e i cittadini" servano ancora a qualcosa, ma dalla mia magra esperienza ho paura che non sia affatto così.

giovedì 11 giugno 2009

Ottimizzare il proprio sito web

Nell'ultima lezione abbiamo visto come per il giornalismo online sia molto importante la tecnologia e non solo i contenuti. E' possibile eseguire degli interventi di ottimizzazione sulla home page per aumentare l'accesso ad un sito. In questo modo si avranno dei risultati in termini di audience, di pubblicità e di gestione.

Gli interventi possibili che abbiamo visto sono: ottimizzazione dei titoli, ottimizzazione dei caratteri, esternalizzare i codici, le "briciole di pane" (gli script), ottimizzazione delle fonti, ottimizzazione o tags delle immagini e inserimento dei link come titoli. Cosa cambia, ad esempio, a trasformare un link in un titolo? Il fatto che il motore di ricerca lo cerca come notizia. Se le foto hanno un loro nome aumentano la rilevanza della pagina su un dato argomento. Esternalizzare i codici significa non appesantire la pagina, che verrà caricata più rapidamente. Si tratta dunque di piccoli accorgimenti che si possono rivelare molto utili per creare un sito (nel nostro caso, un sito di notizie) di buona qualità.

Un'altra questione affrontata è la differenza tra meta keywords e meta description: quello che vedi e quello che non vedi.
Il meta tag keyword ha lo scopo di indicare una lista di parole chiave inerenti i contenuti della pagina web in cui il tag appare. La scelta delle parole è importante perchè le parole chiave individuate dovrebbero poi essere utilizzate nel testo contenuto nella pagina. Ovviamente è necessario non esagerare con il numero di parole, ma concentrarsi su quelle più "rappresentative".
Il meta tag description ha lo scopo di fornire al motore di ricerca una breve descrizione del contenuto della pagina. Il testo deve quindi essere un piccolo riassunto degli argomenti trattati e deve enfatizzare quegli argomenti che potrebbero interessare il lettore, visto che questo meta tag viene spesso riportato dai motori di ricerca nelle ricerche effettuate dagli utenti. Il contenuto di questo tag deve dare all'utente del motore di ricerca un'idea di quello che troverà nella pagina. La descrizione deve essere semplice, efficace e discorsiva. La spettacolarizzazione dei contenuti è controproducente, perchè tutto il testo va sfruttato per comunicare al lettore informazioni e non per lanciare slogan.

In conclusione, chi vuole creare un buon sito di notizie non può ingenuamente affidarsi solo alla forza dei contenuti. Questi sono sicuramente fondamentali per mantenere il lettore sulla propria pagina, ma prima di tutto il lettore deve arrivare a quella pagina. Il gestore del sito web deve allora prestare attenzione a quelle tecniche che possono portare il suo sito a raggiungere buone posizioni nei risultati delle ricerche dei motori. I principali parametri (ma non gli unici) in base ai quali i siti vengono "promossi" sono i contenuti testuali (se l'argomento è ricercato), le keyword e la popolarità (il numero di link). In rete esistono diversi "manuali" che aiutano il gestore del sito per la sua ottimizzazione: uno di questi ad esempio è "motoricerca, guida al posizionamento dei siti web nei motori di ricerca", a cui ho fatto riferimento per scrivere questo post. Insomma, anche noi giornalisti dobbiamo sviluppare una "mentalità informatica".

lunedì 8 giugno 2009

L'informazione senza giornalisti

La rete ha sviluppato, con il tempo, diversi sistemi di informazione: abbiamo quelli "tradizionali" gestiti da giornalisti professionisti e quelli "alternativi" gestiti da dilettanti. Poi c'è questa tendenza, che si pone all'opposto delle precedenti, e che è stata definita "l'informazione senza giornalisti" (Pratellesi).

Capofila delle sperimentazioni è Google, che nell'autunno del 2002 ha lanciato il progetto Google News: un sito di informazione che categorizza articoli presi dai media distribuiti in tutto il mondo. Come in qualsiasi giornale on line, le pagine vengono aggiornate più volte al giorno, con la sensibile differenza che non è previsto nessun intervento umano. A fare tutto il lavoro ci pensa la macchina: la tecnica si basa su alcuni algoritmi che processano 4500 siti di news ogni 15 minuti, per estrarne notizie in base ad alcuni criteri quantitativi e qualitativi.

Marissa Mayer, direttore di Google News, spiega quali sono questi criteri: - il numero di articoli su una particolare storia apparsi su internt; - la credibilità della fonte; - l'attualità dell'argomento trattato.

Grazie a questi criteri, l'ordinatore classifica un evento tra le top stories e lo inserisce nella categoria di appartenenza. Si tratta dunque di una classificazione basata totalmente su formule matematiche, ed è stata presentata dai dirigenti di Google come un'opportunità di obiettività totale: non c'è linea politica o editoriale che può influenzare la gerarchizzazione fatta dalle macchine. Su questo poi ci sarebbe da obiettare. Pratellesi a riguardo nota che "la scelta numerica avviene pur sempre all'interno di un corpus che non può essere così obiettivo e indipendente come si vuol far credere".

Una persona che scegliesse di consultare esclusivamente Google News per tenersi aggiornato avrebbe sicuramente un'informazione parziale, visto che restano escluse, per esempio, la voce delle minoranze e quella parte dell'umanità che non ha accesso alle tecnologie.

Google News non è l'unico esperimento di Robo-Report: abbiamo infatti NewsBlaster, inventato da un gruppo di studiosi della Columbia University di New York. Il computer usa le tecniche dell'intelligenza artificiale per passare in rassegna le notizie on line, sceglierle e sintetizzarle. Interpreta l'importanza dei fatti tenendo conto di fattori come il posto in cui la notizia è data, quante volte si ripete nei vari articoli e la rilevanza dei fatti riportati. Un altro programma simile è stato elaborato all'Università del Michigan e si chiama NewsInEssence.

Dobbiamo dedurre che le macchine e l'intelligenza artificiale ci manderanno in pensione ancora prima di aver iniziato la nostra carriera giornalistica? Secondo Pavlik (il direttore esecutivo del Centro per i Nuovi Media alla Scuola di Giornalismo della Columbia University) non ci dovremmo preoccupare: "strumenti di intelligenza artificiale come NewsBlaster e NewsInEssence avranno un posto utile nell'era dell'informazione per risparmiare tempo nelle ricerche di informazioni on line e per aiutare a controllare l'accuratezza delle proprie informazioni, ma devono sempre essere usati con un pizzico di sano scetticismo. Anche perchè questi programmi non potranno mai generare reportage o cronache di notizie originali. Questo resta ancora territorio esclusivo degli umani".

Insomma, per il momento non ci troviamo ancora dentro un romanzo di Asimov...