venerdì 19 giugno 2009

Cecenia: una dittatura da repubblica delle banane

Majnat Abdulaeva ha rilasciato un'intervista, la settimana scorsa, all'Osservatorio Caucaso in cui parla del caso Politkovskaja, della difficile situazione del Caucaso settentrionale e di come concretamente la società civile occidentale può essere d'aiuto.

La giornalista è stata per anni corrispondente da Grozny, per Novaja Gazeta (il giornale per cui scriveva Anna Politkovskaja) e per Radio Free Europe/Radio Liberty. In seguito a ripetute ed esplicite minacce, nel 2004 ha abbandonato la Cecenia grazie all'aiuto di un'organizzazione tedesca e da allora risiede in Germania, continuando a lavorare come giornalista. Majnat ha recentemente raccontato la sua storia in un incontro con PeaceReport.

"Sin dall'inizio è stato lampante il fatto che il processo per l'uccisione di Anna Politkovskaja" concluso con la piena assoluzione degli imputati, era stato concepito "come una farsa per dimostrare al mondo, e, in primo luogo all'Occidente, ai politici e ai giornalisti occidentali, che le autorità russe avrebbero fatto di tutto per trovare il mandante e l'esecutore dell'omicidio".

A proposito degli imputati prosciolti, Majnat afferma che "è stato un bene che non li abbiano condannati, che non siano diventati dei capri espiatori solo perchè si potesse dire all'Occidente "Ecco abbiamo preso i colpevoli!". Sono assolutamente sicura che sotto l'attuale potere della Federazione Russa non sapremo mai i nomi del mandante e dell'esecutore, non verranno mai chiamati alla barra a rispondere. Al momento non è opportuno, non è vantaggioso per le autorità russe, far sapere chi è il mandante dell'omicidio, e finché ci sarà al potere l'attuale regime, la verità sull'omicidio di Anna Politkovskaja sarà tenuta nascosta. Fra venti, forse trenta anni, sapremo chi l'ha ordinato, perchè e a chi è stato fatto un regalo il giorno del compleanno di Putin. Ma non adesso...".

Alla domanda sull'attuale situazione in Cecenia, Majnat descrive "una dittatura della repubblica delle banane, una dittatura fondata sulla paura e sulla violenza, dove tutto dipende da un tiranno. Non esiste libertà di stampa, non può esistere libertà di espressione e opinione, qualsiasi parola pronunciata incautamente può condurre alle torture, all'arresto".

E il contributo da dare a livello di società civile (visto che quello a livello politico è stato deludente)? Secondo Majnat, la società civile occidentale può aiutare in molti modi "a partire dal semplice interesse e desiderio di informarsi che va al di là di quello che succede sotto il tuo naso. Il non essere indifferenti è il primo passo. Anche da un punto di vista pratico si può fare moltissimo. Invitare i giovani, gli studenti, dare loro la possibilità di studiare in Europa, di vedere come le persone vivono, studiano e lavorano in una società democratica. (...) E' fondamentale che i nostri giovani, che vivono oggi in un'atmosfera di dittatura, abbiano la possibilità di venire qui e studiare da vicino l'esperienza della democrazia, e la vita della società democratica, per poi tornare in Cecenia con questo bagaglio. Chi ha visto anche una sola volta come si vive e si lavora in un paese democratico ne rimane colpito, come infettato da un virus di cui diventa portatore sano, conserverà per sempre dentro di sé il rispetto per i valori democratici, per i diritti umani. Poi queste persone, con tale esperienza, ritornano in Russia, in Cecenia, in Caucaso... per cui invitate i nostri studenti a venire qui, date loro una chance!".

1 commento:

  1. segnalazione a tutti gli aspiranti giornalisti:

    http://tv.repubblica.it/copertina/ricerca-il-plotone-d-esecuzione/34078?video
    Non sparate alla ricerca

    ciao! buon lavoro!

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