giovedì 4 giugno 2009

Informazione on line: ridondante e stereotipata

La varietà dell'offerta di informazione sui siti web è molto lontana dall'essere abbondante quanto ci si poteva immaginare. E, peggio ancora, questa offerta è massicciamente "ridondante" e "stereotipata": i siti di informazione diffondo le stesse notizie nello stesso momento, con una concentrazione estrema della produzione su un piccolo numero di argomenti che dominano completamente la scena. Questa è la conclusione a cui è arrivato lo studio "Internet, pluralismo e ridondanza dell'informazione" presentato ad Atene, dal 6 al 9 maggio (disponibile sul sito di Nikos Smyrnaions in formato pdf).

Un resoconto della ricerca è pubblicato sul blog di Narvic, Novovision. "Il grande interesse di questo studio" spiega il blogger "è quello di essere uno dei primi a condurre un'analisi scientifica statistica sulla natura dei contenuti delle notizie di attualità diffuse sul web francofono (ma che contiene certamente degli elementi generalizzabili). Ha il merito di analizzare una larga gamma di siti e di non concentrarsi solo sui siti della stampa generati dai media tradizionali e sui "pure players" di giornalisti, ma di allargare il campo ai portali, agli aggregatori, alle webzine e ai blog.

Alla ricerca della coda lunga dell'informazione. "Andando alla ricerca di quanto della "teoria della coda lunga" poteva eventualmente applicarsi all'informazione d'attualità su Internet, i ricercatori sono stati costretti a sfumare la loro conclusione. Lo studio si basa sulle notizie diffuse nel novembre 2008 e si concentra particolarmente sui giorni 6 e 10 novembre, procedendo ad un'analisi statistica semi-automatizzata di diverse migliaia di articoli generati da varie decine di fonti. I ricercatori hanno stabilito una procedura per aggregare automaticamente in "argomenti" gli articoli dedicati allo stesso evento, grazie all'osservazione delle ricorrenze linguistiche nei testi. Hanno osservato poi la distribuzione del rapporto numero di articoli/varietà degli argomenti trattati, che fornisce una sorta di indice di pluralismo delle notizie on line. Hanno fatto un ulteriore passo avanti analizzando il trattamento di uno stesso argomento nei differenti articoli che lo affrontano, per fornire una sorta di indice di originalità".

Il regno delle "notizie di agenzia a raffica". "Il risultato è senza appello: l'informazione in rete è massicciamente "ridondante" e "stereotipata". Detto diversamente, i siti d'informazione trattano gli stessi argomenti, nello stesso tempo e allo stesso modo, e la varietà di questi argomenti è estremamente ridotta". Narvic lo definisce "il regno delle notizie di agenzia a raffica". "La distribuzione dei risultati risponde grosso modo al principio della "legge di Paretto": l'80% degli articoli si concentrano sul 20% degli argomenti, l'80% degli altri argomenti affrontati sono trattati dal 20% degli articoli restanti, spesso da un solo articolo (vale a dire una sola fonte). La ricorrenze dell'utilizzazione delle stesse formulazioni linguistiche nei diversi articoli riguardanti lo stesso argomento dimostra che si tratta in realtà degli stessi lanci delle agenzie di stampa, quasi totalmente ricopiati".

Si sottraggono a questa pratica alcuni siti: Agoravox, sito di giornalismo cittadino; Bakchich, webzine politica; Le Post, altro sito di giornalismo partecipativo e i blog.

"A conti fatti, l'estrema concentrazione della produzione d'informazione su un piccolo numero di argomenti ultra dominanti non è compensata da un'estrema varietà di argomenti trattati nella coda lunga. In realtà, la coda è troppo corta e non abbastanza densa rispetto al modello atteso. L'informazione ridondante domina".

"I ricercatori avanzano parecchie spiegazioni, di metodologia e di fondo. Il campione delle fonti considerate sottovaluta forse la produzione dei webzines e dei blog, che pubblicano meno e non quotidianamente. A fondo, la natura effimera dell'attualità che scade rapidamente non permetterebbe di ritrovare degli effetti di fondo, che si trovano per la musica o la letteratura".

Un giornalismo low cost su Internet. "Più profondamente, i ricercatori avanzano un'altra spiegazione: le condizioni economiche della produzione d'informazione in questi siti.
"Le ricerche recenti sulle condizioni di produzione nelle redazioni on line mostrano una forte tendenza all'alta produttività. Il giornalismo on line tende a privilegiare la riscrittura e la re-pubblicazione dei contenuti esistenti a discapito del servizio (reportage) originale. Un elemento del nostro studio che conferma questa tendenza è che le fonti più ridondanti del nostro campione sono i portali senza alcuna equipe di giornalisti, i quotidiani gratuiti con piccole redazioni e le radio e televisioni che hanno una produzione limitata di contenuto testuale. Possiamo dedurre che le condizioni particolari di produzione in questi siti d'informazione on line hanno un impatto maggiore sulla diversità del suo contenuto".

"Detto diversamente, è abbastanza logico ma è poco rassicurante: la diversità dell'informazione proposta è proporzionale al numero di giornalisti impiegati. Tranne che, ed i ricercatori riconoscono che occorreranno altri studi per stabilirlo, ciò che rimane determinante è il rapporto tra le diversità dell'offerta e la realtà della fruizione d'informazione degli internauti".

"I dati di cui si dispone non sono, in materia, del tutto incoraggianti: l'audience dei siti portali "senza giornalisti", le pure "notizie di agenzia a raffica" domina largamente quella dei siti di media che dispongono di giornalisti e offrono un'informazione più originale e diversificata. Deve concludersi che la qualità, on line, non paga? O, piuttosto, che la domanda d'informazione maggioritaria degli internauti si concentra sul tipo d'informazione proposta da queste "notizie di agenzia a raffica"? Perchè a loro basta questa informazione? Perchè diffidano delle altre forme di informazione prodotta dai giornalisti? Sarebbe davvero una cattiva notizia per il giornalismo...".

Ho tradotto questo post dal blog Novovision (e mi scuso se qua e là c'è qualche imperfezione) perchè, anche se l'analisi riguarda il web francofono, mi sembra che la caratteristica di ridondanza dell'informazione appartenga anche ai siti d'informazione italiani. Voi che ne pensate?

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