lunedì 8 giugno 2009

L'informazione senza giornalisti

La rete ha sviluppato, con il tempo, diversi sistemi di informazione: abbiamo quelli "tradizionali" gestiti da giornalisti professionisti e quelli "alternativi" gestiti da dilettanti. Poi c'è questa tendenza, che si pone all'opposto delle precedenti, e che è stata definita "l'informazione senza giornalisti" (Pratellesi).

Capofila delle sperimentazioni è Google, che nell'autunno del 2002 ha lanciato il progetto Google News: un sito di informazione che categorizza articoli presi dai media distribuiti in tutto il mondo. Come in qualsiasi giornale on line, le pagine vengono aggiornate più volte al giorno, con la sensibile differenza che non è previsto nessun intervento umano. A fare tutto il lavoro ci pensa la macchina: la tecnica si basa su alcuni algoritmi che processano 4500 siti di news ogni 15 minuti, per estrarne notizie in base ad alcuni criteri quantitativi e qualitativi.

Marissa Mayer, direttore di Google News, spiega quali sono questi criteri: - il numero di articoli su una particolare storia apparsi su internt; - la credibilità della fonte; - l'attualità dell'argomento trattato.

Grazie a questi criteri, l'ordinatore classifica un evento tra le top stories e lo inserisce nella categoria di appartenenza. Si tratta dunque di una classificazione basata totalmente su formule matematiche, ed è stata presentata dai dirigenti di Google come un'opportunità di obiettività totale: non c'è linea politica o editoriale che può influenzare la gerarchizzazione fatta dalle macchine. Su questo poi ci sarebbe da obiettare. Pratellesi a riguardo nota che "la scelta numerica avviene pur sempre all'interno di un corpus che non può essere così obiettivo e indipendente come si vuol far credere".

Una persona che scegliesse di consultare esclusivamente Google News per tenersi aggiornato avrebbe sicuramente un'informazione parziale, visto che restano escluse, per esempio, la voce delle minoranze e quella parte dell'umanità che non ha accesso alle tecnologie.

Google News non è l'unico esperimento di Robo-Report: abbiamo infatti NewsBlaster, inventato da un gruppo di studiosi della Columbia University di New York. Il computer usa le tecniche dell'intelligenza artificiale per passare in rassegna le notizie on line, sceglierle e sintetizzarle. Interpreta l'importanza dei fatti tenendo conto di fattori come il posto in cui la notizia è data, quante volte si ripete nei vari articoli e la rilevanza dei fatti riportati. Un altro programma simile è stato elaborato all'Università del Michigan e si chiama NewsInEssence.

Dobbiamo dedurre che le macchine e l'intelligenza artificiale ci manderanno in pensione ancora prima di aver iniziato la nostra carriera giornalistica? Secondo Pavlik (il direttore esecutivo del Centro per i Nuovi Media alla Scuola di Giornalismo della Columbia University) non ci dovremmo preoccupare: "strumenti di intelligenza artificiale come NewsBlaster e NewsInEssence avranno un posto utile nell'era dell'informazione per risparmiare tempo nelle ricerche di informazioni on line e per aiutare a controllare l'accuratezza delle proprie informazioni, ma devono sempre essere usati con un pizzico di sano scetticismo. Anche perchè questi programmi non potranno mai generare reportage o cronache di notizie originali. Questo resta ancora territorio esclusivo degli umani".

Insomma, per il momento non ci troviamo ancora dentro un romanzo di Asimov...

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